INCLUSIONE, insegnanti di sostego, ma con delle regole

Maurizio Guasco • 8 aprile 2025

Quello che penso è ciò che ho vissuto

INCLUSIONE, MA CON DELLE REGOLE

Da un po’ di tempo si parla molto di inclusione ed è sicuramente un’iniziativa di grandissimo valore sociale che offre a tutti di poter partecipare alla vita quotidiana socializzando senza discriminazioni e barriere.

Dal mio punto di vista è una cosa bellissima anche se ci sono delle difficoltà oggettive date dal diverso ritmo di fruizione di alcune attività.

Parlo per esperienza personale, in quanto, quando sono entrato a far parte delle persone in difficoltà, ho avuto problemi a stare al passo con coloro che avrebbero voluto includermi. Noi disabili abbiamo un ritmo differente quando affrontiamo alcune attività e, insegnando danza terapia, ho potuto riscontrare molte difficoltà quando tentavo di eseguire gli esercizi nella stessa maniera di prima. Il mio ritmo era cambiato. Per me seguire una lezione base di danza era uno sforzo enorme, metà del mio corpo non rispondeva e non seguiva il ritmo dato dalla musica. Quante volte ho pianto e ho tirato la prima cosa che mi capitava sul muro, eppure, a furia di insistere, il mio corpo ha ricordato cosa significava seguire un ritmo.

E’ stato allora che ho compreso l’importanza di eseguire attività motoria regolare a condizioni ben precise, seguendo una programmazione basata sugli esercizi eseguiti seguendo il ritmo musicale e aggiungendo un po’ di cretinaggine e cioè, eseguire gli esercizi interpretando dei semplici movimenti come il balletto più bello che abbia mai fatto.

Esercizi, ritmo, coordinazione e interpretazione.

Volete sapere cosa ho scoperto? CHE LO PUO’ FARE CHIUNQUE soprattutto chi non ha mai ballato.

Ora, so che qualcuno potrebbe risentirsi per ciò che sto per dire.

Nelle lezioni che ho svolto con gli studenti, ho avuto spesso allievi con difficoltà motorie che erano stati inseriti nella stessa lezione degli altri. Ebbene, l’inclusione ha bisogno di regole specifiche per l’attività motoria. Il ritmo, per chi ha una disabilità, è differente e quindi l’insegnante come può fare una lezione che possa andar bene a tutti? Non è possibile.

L’attività motoria è assolutamente necessaria ma, se viene eseguita con un ritmo non adatto, si trasformerà o in un’attività noiosa o troppo difficile, procurando disinteresse o ansia.

Cerco di spiegare meglio. Se devo rallentare l’esecuzione per includere qualcuno, gli altri si annoieranno e non potranno usufruire dei benefici di una lezione. Al contrario, se mantengo il ritmo stabilito da un esercizio, chi ha difficoltà entrerà in crisi per non riuscire ad eseguirlo correttamente. In entrambi i casi avrei allievi che abbandoneranno la classe.

Trovo indispensabile avere lezioni separate e preparate per ogni specifica disabilità perché, come per le malattie neurologiche, è necessario preparare una lezione adeguata alle necessità degli allievi. L’inclusione potrà avvenire in seguito, magari con la creazione di uno spettacolo che comprenda l’inserimento di entrambi le situazioni in una coreografia comune.

Come si può fare?

Penso che sarebbe interessante coinvolgere gli insegnanti di sostegno, che svolgono un ruolo importantissimo nell’inclusione, in corsi specifici di preparazione alle attività motorie.

L’insegnante di sostegno deve essere preparato a seguire chi ha una disabilità anche quando pratica sport perché è necessario eseguire gli esercizi ad un ritmo diverso dallo svolgimento normale. Per ciò, credo che sia necessario creare lezioni specifiche per la disabilità, per far apprendere in modo corretto e adeguato un attività che dovrebbe essere divertente oltre che salutare.

Con i corsi di formazione CARD e nello specifico del metodo ChiAma, si potrebbe ovviare a questo gap in quanto non ci occupiamo solo di danza ma anche di movimento teatrale, teatro danza e tutto ciò che riguarda l’interazione e lo sviluppo tra arte e movimento.

Se ci fosse invece un interesse specifico per uno sport in particolare, il CONI già prevede corsi appositi.

Chiaramente, questo è un mio pensiero formulato per esperienza vissuta ma, se qualcuno avesse una spiegazione più chiara da condividere, mi farebbe piacere approfondire l’argomento che mi sta molto a cuore.


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